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Aniello Califano

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La Fondazione

La Fondazione Aniello Califano viene costituita l’8 maggio 2023 da Adriano Pepe Califano pronipote del poeta insieme alla madre, a cui poi subentrerà un atro pronipote che porta  lo stesso nome del poeta: Aniello Pepe Califano. La Fondazione nasce da un desiderio familiare di riavvolgere il nastro dell’esistenza del poeta Aniello Califano per strapparlo all’oblio della memoria.

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Aniello Califano

Aniello Califano è stato il signore della canzone napoletana e, in particolare, della canzone di Piedigrotta.

Poeta molto proficuo (al punto da far crescere le gelosie dell’ambiente artistico), è stato uno dei leader (con Salvatore Di Giacomo, Pasquale Cinquegrana, Ferdinando Russo e Roberto Bracco) dell’industrializzazione della canzone napoletana, fenomeno che, nato immediatamente a Funiculì funiculà negli ultimi vent’anni dell’Ottocento, ha permesso alla melodia partenopea di diffondersi su tutto il territorio nazionale ed europeo.

Rispetto ai colleghi/rivali, Califano è stato un geniale improvvisatore, che ha amato abbandonarsi alla sua schietta ispirazione, spezzando tutte le barriere che dividono la metrica dalla poesia e il contrappunto dalla musica.

Infatti, Aniello Califano non ha conosciuto le preziosità del verso e i lenocini della forma, cantando per tutto il corso della sua carriera con la più infantile grazia e con la più ingenua e sospirosa nostalgia l’anima luminosa della città canora. Con lui tutto si è trasformato in canzone, da un semplice lamento di un marinaio innamorato a una furtiva passeggiata di giovani adolescenti e questa sua singolare concezione degli eventi umani ha fatto sì che la sua personalità artistica diventi bizzarra e soprattutto originale.

Il suo accento poetico veramente nuovo, il suo timbro personalissimo e l’originalità dei versi s’infrangono sotto l’impeto della passione irrefrenabile, che affiora nel conflitto di sentimenti e atteggiamenti contrastanti: dal tragico al grottesco, dalla commozione al sarcasmo, dallo stupore alla follia.

Adriano Tilgher, nel libro La poesia Dialettale Napoletana del 1944, accomuna in un’unica categoria chiamata I Poeti della Plebe Aniello Califano, Giovanni Capurro, Aniello Costagliola e Pasquale Cinquegrana, specificando che a differenza di Bracco, Di Giacomo e altri, questi poeti furono verseggiatori facili ed abbondanti, poeti d’istinto puro, con tutte le manchevolezze e le sciatterie, ma talvolta con le “réussites” dei poeti di puro istinto.

Tutte queste caratteristiche, abbinate ai trionfi delle sue canzoni, diedero tanta popolarità ad Aniello Califano, tale che diventò uno dei poeti più richiesti per oltre trent’anni da imprese, manager, impresari e organizzatori di Piedigrotta e di eventi musicali e teatrali.

Infatti, la sua stella non ha mai risentito di periodi di stanchezza e dal debutto in Piedigrotta nel 1891 e fino al 1919, anno della sua morte, non è passato un solo anno in cui non ha lanciato al successo una sua canzone.

Se oggi Califano è ricordato come l’autore delle celeberrime ‘O surdato ‘nnammurato, Tiempe belle, ‘O mare ‘e Margellina e Ninì Tirabusciò, è giusto riportare alla memoria storica anche quanto abbia creato, prodotto e reso luminoso nel corso della sua carriera e, soprattutto, quanto il suo operato abbia contribuito a rendere famosa la canzone napoletana in tutto il mondo.