ICONOGRAFIA

Foto di Aniello Califano

Aniello Califano (Sorrento, 19 gennaio 1870 – Sant’Egidio del Monte Albino, 20 febbraio 1919) nel pensiero di Ferdinando Russo (pubblicato sull’album di Piedigrotta Polyphon 1914):
“Per piacere alle donne, basterebbe a codesto sfrenato amatore della musa vernacola l’occhio soggiogatore: ma egli deve entrare in azione anche con la parola: e, allora, le parole spontaneamente si allineano in sillabe metriche: e, con la complicità del cielo e del mare, Califano trionfa. Egli è solamente e unicamente poeta. Non complica la sua miracolosa vena di altre speculazioni. Canta. E le sue canzoni sono, di anno in anno, sempre più belle: e i suoi successi sono, di anno in anno, sempre più strepitosi. Si narrano di lui molte leggende: di una Maria che si uccise per lui, di un’altra Maria che seppe vittoriosamente resistergli. “Multi multa dicunt”. Certa cosa è che, ad Aniello, è toccato l’onore di stringere la mano a sovrani e a personaggi augusti; di ascoltare, profferite da labbra reali, parole d’elogio per le sue canzoni; di avere in segno d’ammirazione, qualche memorando “cadeau”.
Vedi Napoli e poi… Califano!
E se vedi lui, solamente, dì che ha visto Napoli: un lirismo che non pretende di volgarizzare nessuna teoria esteriore; un lirismo che lancia tutto il suo cuore ad abbracciare l’universo, in nome della giovinezza e dell’amore”.