DISCOGRAFIA

Cantanti

Elvira Donnarumma
(Napoli, 18 marzo 1883 – 22 maggio 1933).

Storicamente è considerata la più grande interprete della canzone napoletana, la regina della Piedigrotta, la diva delle dive della città canora. La sua gloriosa carriera, lunga e intensa, inizia con l’avvento del disco, cosicchè le sue insuperabili esecuzioni sono tutte documentate dalle numerose incisioni pubblicate nel primo quarto di secolo del Novecento e oggi sono tutte oggetto di studio e di valutazioni e rivalutazioni.
Voce di ampia estensione, abile nel gorgheggio, nell’acuto e nel recitativo, esplode nel periodo in cui è in voga nel varietà il fenomeno dei bambini-prodigio. Il primo importante debutto avviene ad undici anni nell’estate del 1894, proprio nella famosa tournèe napoletana durante la quale la vedette francese Armand’Ary presenta per la prima volta la superpremiata ‘A frangesa di Mario Costa.
Nel 1925, paga dei successi raggiunti, decide di ritirarsi a vita privata quando è ancora all’apice del successo per convolare a nozze con Felice Ricotti, un giovane non ancora ventenne e di quasi 25 anni più giovane di lei.
Ma non passano neanche due anni e la Donnarumma annuncia il ritorno alle scene, non per nostalgia, ma per problemi con il marito. L’artista dichiara che, dopo lo sposalizio, il consorte si è rilevato un uomo dal temperamento volgare e interessato, violento, brutale, cinico e manesco. Secondo una denuncia fatta dalla diva al commissariato della zona Mercato, il marito le avrebbe consumato tutto il suo patrimonio, dopodiché in maniera aggressiva l’avrebbe obbligata al ritorno alle scene, sempre per questioni economiche. Da qui, nasce la decisione di separarsi e ritornare alle scene per rifarsi delle economie perdute.
Prende parte alle audizioni di Piedigrotta organizzate dalle case editrici La Canzonetta, E. A. Mario, Marechiaro, Gennarelli, Santojanni, Izzo, Polyphon, Bideri.
Durante il corso della sua carriera, ha inciso dischi per le etichette discografiche Favorite, Phonotype, La Voce del Padrone, Columbia, Pathè, Società Fonografica Napoletana.
Elvira Donnarumma è stata prima interprete di un grande successo di Aniello Califano: Sciampagnaria bella (su musica di Rodolfo Falvo) del 1915, presentato in occasione dell’audizione di Piedigrotta La Canzonetta.

Diego Giannini
(Caserta (Maddaloni) – 27 dicembre 1868 – Napoli, 10 luglio 1936).

Studia canto al Conservatorio di S. Pietro a Majella e nel 1891, alla sua prima partecipazione artistica, trova subito un incredibile successo quando, al concorso di Piedigrotta Don Marzio, esegue Che buò sanà?.
La definitiva consacrazione la raggiunge nel 1895, quando è premiato con la canzone Furturella al concorso di Piedigrotta La Tavola Rotonda e quando vince il Piedigrotta-Festival con il motivo ‘Ndringhete ‘ndrà.
Da questo momento diviene il cantante più ricercato e pagato dagli impresari per gli spettacoli piedigrotteschi. Diventa, infatti, prima interprete di grandissimi successi, oggi delle evergreen, e di molte canzoni di Salvatore Di Giacomo.
Prende parte alle audizioni di Piedigrotta organizzate dalle case editrici Polyphon, Gambardella, Gennarelli, Bideri, Izzo, La Canzonetta, E. A. Mario, Santojanni, Epifani, Capolongo, Valente, Nuova Italia Musicale, Rambaldo, Eldorado, Partenope, Blue.
Durante il corso della sua carriera ha inciso dischi per le etichette Victor, Columbia, Okeh, Phonodisc Mondial, Phonotype, Columbia, Odeon, Favorite, Gayarre, Società Fonografica Napoletana.
Diego Giannini è stato primo interprete di diverse canzoni di Aniello Califano di fine Ottocento, in particolare di Chichirichì (su musica di Pasquale Ernesto Fonzo) e Chiarastella (su musica di Alberto De Cristofaro), presentate in occasione del concorso della Tavola Rotonda del 1893.

Gennaro Pasquariello
(Napoli, 8 settembre 1869 – 26 gennaio 1958).

Gennaro Pasquariello, il divo dei divi della canzone napoletana, debutta come attore comico di teatro nel 1891, partecipando alla tournée della compagnia del Pulcinella Giuseppe Scelzo e, nel 1893, a quella del Pulcinella Michele Castiglione.
Poi, nel 1895 decide di abbandonare la recitazione per intraprendere la carriera di cantante e, così, nel gennaio del 1895, compare per la prima volta, nel ruolo di macchiettista, nel programma di varietà del teatro Grand’Eden, diretto dai fratelli Resi. Da questo momento, Gennaro Pasquariello diventa il grande divo della canzone napoletana, un’etichetta che non perderà fino alla fine dei suoi giorni.
Star incontrastato della Piedigrotta, la maggior parte delle canzoni napoletane che oggi sono delle evergreen, sono state da lui interpretate e portate al successo e, per questo, è ricordato come uno dei più autorevoli interpreti della musica partenopea.
Prende parte alle audizioni di Piedigrotta organizzate dalle case editrici La Canzonetta, Russo, Morano, Canzone Napoletana, E. A. Mario, Polyphon, Polyphon Italianissima, Gennarelli, Izzo, Epifani, Aprilia, Bideri, Musicale Italiana, Santojanni, Cosentino, Gesa, Conte, Napolitano, Capolongo.
Durante il corso della sua carriera ha inciso dischi per le etichette Phonotype, Columbia, Zonophone, Jumbo, Odeon, Pathè, Polyphon, Cetra, Parlophon, La Voce del Padrone, Grammofono, Fonotipia, Pathè, Victor, Società Fonografica Napoletana, Favorite, Società Fonografica Napoletana.
Gennaro Pasquariello lega violentemente il suo nome a due grandissimi successi internazionali di Aniello Califano di cui è stato primo interprete: Niny Tirabusciò (su musica di Salvatore Gambardella) del 1911, e ‘O surdato ‘nnammurato (su musica di Enrico Cannio) del 1915.