BIOGRAFIA

Articoli di morte su Aniello Califano

Roma di venerdì 21 febbraio 1919

Il quotidiano Roma di venerdì 21 febbraio 1919, nell’articolo intitolato La morte di Aniello Califano, scrive: “… La notizia improvvisa della morte di Aniello Califano ci rattrista grandemente. Egli si è spento nel comune di S. Egidio Monte Albino, in una sua villetta, colpito da fulmineo male. Lo vedemmo pochissimi giorni fa, allegro ed esuberante, sempre tenero di tutti quanto poteva riguardare la vita e l’avvenire della canzone napolitana, di cui era da un quarto di secolo il più strenuo e più instancabile campione. Povero Califano! Chi non lo conosceva? Chi non aveva, almeno una volta, assistito ad uno di quelle esecuzioni di canzoni, in cui egli per dir così “si moltiplicava”, per assicurare il successo alla produzione preferita? …”.

Il Cafè Chantant di giovedì 27 febbraio 1919

Il periodico Il Cafè Chantant di giovedì 27 febbraio 1919, nella rubrica Necrologio, scrive: “… Dopo brevissima malattia, è morto, nella sua villa presso Sorrento, Aniello Califano il più popolare poeta napoletano, l’ispiratore di tanti nostri musicisti, il collaboratore del compianto Salvatore Gambardella. Si è spento ancor forte ed attivo quando ancora la canzone napoletana si aspettava nuove creazioni. Il generale compianto, anche tra i pochi avversari che aveva, prova quanto fosse buono e simpatico a tutti. Addolorato il “Cafè Chantant” invia il suo saluto alla memoria dell’estinto e sentite condoglianze alla desolata famiglia …”.

Il Mattino di venerdì 21 febbraio 1919

Il quotidiano Il Mattino di venerdì 21 febbraio 1919, nell’articolo intitolato La morte di Aniello Califano, scrive: “… Il nostro corrispondente di Angri co comunica che nel comune di S. Egidio Monte Albino, frazione S. Lorenzo, si è improvvisamente spento, nella sua villa, Aniello Califano, ucciso da una violenta e breve malattia, contro la quale nulla hanno potuto le cure dei suoi familiari. Quest’altra morte ci riempie di tristezza. È tutto un piccolo mondo che scompare con questi nostri amici che ci abbandonano. Con ognuna di queste lampade che si spegne ad un tratto, tutta una zona d’ombra si fa intorno a noi, e in quell’angolo di strada caro alle figure, alle cose, ai ricordi della vita nostra di ieri, non vi sono oggi che tenebre. Aniello Califano, benché giovane, era della vecchia scuola …”.

Don Marzio di venerdì 21 febbraio 1919

Il quotidiano Don Marzio di venerdì 21 febbraio 1919, nell’articolo intitolato La morte di Aniello Califano, scrive: “… Nel comune di S. Egidio Monte Albino, frazione S. Lorenzo, è morto in seguito a breve crudele morbo, il popolare poeta Aniello Califano. Ecco un’altra anima eletta, educata alla fiamma dell’arte che non è più. I trionfi riportati dal poeta scomparso furono decretati dal popolo, onde è tutto il popolo piange la immatura fine di Aniello Califano, che magnificò coi suoi versi semplici ed ispirati le bellezze del suo mare e il fascino del suo cielo. La critica taccia. Il poeta scrisse per il popolo e non per i letterati, e noi, di ciò pienamente coscienti, ricordiamo soltanto i palpiti che ha avuto il nostro popolo quando amò e cantò le sue belle canzoni …”.

 La Canzonetta di venerdì 28 febbraio 1919

Il periodico La Canzonetta di venerdì 28 febbraio 1919, nell’articolo di Libero Bovio intitolato Un poeta del popolo che scompare, scrive: “Il più ingenuo, schietto e sospiroso dei nostri cantori popolari è morto ieri, nel suo paesello natio, con l’anima rivolta alla gran città luminosa che per trent’anni, ci aveva cantato con cuore intenerito e commosso. Aniello Califano non è più. È morto, ancor giovane, e con l’anima ancor piena di canti e strofe. Con la scomparsa di questo cantore si chiude il ciclo dei geniali improvvisatori, che amavano abbandonarsi alla loro schietta ispirazione, spezzando tutte le barriere di dividono la metrica dalla poesia e il contrappunto dalla musica. Aniello Califano non conobbe le preziosità del verso e i lenocinii della forma: cantò sempre come l’anima cantava, con la più infantile grazia e con la più ingenua nostalgia di marine inargentate, di barche lontane, di marinai sospirosi e canori, e di campagnole cinquettanti ritornelli di Primavera. Fu un ingenuo, ma fu un poeta il povero Califano …”.

La Canzonetta di venerdì 28 febbraio 1919

Ancora il periodico La Canzonetta di venerdì 28 febbraio 1919, decide di pubblicare, come omaggio ad Aniello Califano, quella che secondo l’amministratore Francesco Feola della casa editrice La Canzonetta, è stata la sua ultima canzone scritta poco prima della sua morte e che avrebbe dovuto gareggiare allo spettacolo Canzoni di Primavera: “… Di Aniello Califano, che fu dell’anima napoletana cantore spontaneo ed efficace, pubblichiamo l’ultima canzone scritta due giorni prima della sua morte, che musicata da Rodolfo Falvo spiccherà il volo pel mondo con la prossima primavera di pace. Non mancherà così ancora una volta la voce di chi dette alla canzone napoletana tutti i suoi palpiti e tutto il suo fervore …”. La canzone, poi, gareggerà allo spettacolo delle nuove canzoni di primavera che debutta lunedì 7 aprile 1919 al teatro Trianon di Roma. Sole e libertà è cantata dalla diva Fulvia Musette.